Valutazione neuropsicologica

Riprendendo brevemente quanto indicato dall’OPL (Ordine degli Psicologi della Lombardia), possiamo definire la neuropsicologia come “la disciplina che studia le alterazioni del comportamento e del funzionamento cognitivo e affettivo, causate da lesioni o disfunzioni focali o diffuse del sistema nervoso centrale, acquisite, congenite o geneticamente determinate. Il neuropsicologo valuta la presenza e la gravità dei deficit comportamentali, cognitivi e affettivi (ad es. afasia, sindrome frontale, demenza) dei pazienti affetti da lesioni o disfunzioni cerebrali, con finalità diagnostiche, prognostiche e riabilitative, occupandosi anche di prevenzione.” 

Attraverso la valutazione neuropsicologica ci si propone quindi di giungere alla definizione del un profilo cognitivo-emotivo-comportamentale specifico del paziente. Essa si compone di vari passaggi, che in sintesi possono essere descritti in un primo momento di valutazione anamnestica (riguardante la storia clinica della persona) - per la quale si rende utile la presenza del caregiver – seguito dalla somministrazione testistica di test e questionari specificamente selezionati. Alla luce dei risultati derivanti dalla correzione di questi test e dall’integrazione con informazioni di carattere osservativo-qualitativo, storiche e provenienti da altri esami qualora presenti (es. DATSCAN, fMRI…), si giunge al termine del processo diagnostico-valutativo con la restituzione al paziente (ed eventuale caregiver) del suo profilo di funzionamento attuale, comprensivo di funzioni deficitarie e risparmiate. Nel presente studio la valutazione è rivolta alla popolazione adulta (18+).

I principali deficit per i quali risulta utile una valutazione psicologiche sono: 

  • Deficit della percezione e della cognizione spaziale (agnosia e negligenza spaziale unilaterale);
  • Deficit della memoria a breve e/o lungo termine, visuo-spaziale e/o verbale;
  • Deficit delle funzioni esecutivo-attentive
  • Deficit del linguaggio (es. afasia)
  • Deficit della programmazione e realizzazione del comportamento motorio e dell’azione complessa (aprassia);
  • Deficit della consapevolezza, della cognizione sociale e della regolazione delle emozioni e del comportamento.

Si tratta, infatti, di domini coinvolti con pattern più o meno tipici e specifici in varie forme di deterioramento cognitivo (es. demenza di Alzheimer, demenza fronto temporale, demenza a corpi di Lewy, demenza vascolare, demenza associata a Parkinson, demenza da trauma cranico…).

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